Punti salienti

  • Stati Uniti: gli effetti dei dazi ci hanno portato a rivedere al ribasso la nostra previsione di crescita economica e al rialzo quella relativa all’inflazione. 
  • Area Euro: le sfide legate ai dazi potrebbero contrastare i benefici attesi dal pacchetto di stimolo fiscale tedesco.
  • Regno Unito: l’economia è alle prese con sfide interne che verosimilmente incideranno di più degli sviluppi del commercio globale.
  • Cina: l’economia ha registrato un primo trimestre robusto ma il contesto del commercio globale lascia presagire un percorso difficile per il futuro.

 

L’incertezza legata alla politica commerciale americana ha portato notevole scompiglio sui mercati e nelle economie. Negli Stati Uniti, i dati in tempo reale segnalano un significativo rallentamento della crescita e contrazione negli ordini per le esportazioni. Trend analoghi stanno sviluppandosi nell’Area Euro e nel Regno Unito dove l’attività economica mostra segni di perdita di slancio. L’elevata incertezza ci ha portati a rivedere le nostre previsioni su crescita, inflazione e occupazione per Stati Uniti, Area Euro e Regno Unito.

Stati Uniti

Gli effetti attesi dei dazi e dell’associata incertezza sul fronte delle politiche ci hanno indotti a rivedere al ribasso la nostra stima di crescita economica e al rialzo quelle sull’inflazione e la disoccupazione per gli Stati Uniti.

PIL: I dati in tempo reale segnalano un significativo rallentamento della crescita economica nel primo trimestre. Per l’intero 2025 adesso stimiamo una crescita inferiore all’1%, in calo di un punto percentuale rispetto alla stima precedente. 

Inflazione: In ragione dei dazi abbiamo significativamente rivisto al rialzo la nostra previsione di inflazione per il 2025 portandola a quasi il 4%. 

Politica monetaria: Ci aspettiamo due tagli dei tassi (da 0,25 punti percentuali ciascuno) da parte della Federal Reserve nella seconda metà del 2025. Questo porterebbe i tassi di riferimento a breve termine nell’intervallo 3,75%–4%, un livello che è di 0,25-0,50 punti percentuali più alto rispetto a quanto atteso da gran parte degli operatori di mercato per fine anno. 

Occupazione:A marzo il tasso di disoccupazione si è attestato al 4,2%. Ci aspettiamo che salga intorno al 5% per fine 2025, un livello più alto rispetto alla nostra precedente stima del 4,5%.  

Area Euro

La prospettiva di dazi elevati e la conseguente incertezza verosimilmente contrasteranno i guadagni economici previsti dopo l’annuncio lo scorso mese di un consistente pacchetto di stimolo fiscale in Germania.

PIL: Stimiamo che l’aliquota effettiva dei dazi sui beni dell’Area Euro salirà intorno al 15% quest’anno. Questo eserciterebbe un freno sulla crescita economica che adesso prevediamo attestarsi al di sotto dell’1% nel 2025 e intorno all’1% nel 2026. 

Inflazione: L’inflazione di fondo (core), che esclude i prezzi di alimentari ed energia per la loro volatilità, si è attestata al 2,4% a marzo su base annua e ci aspettiamo che chiuda il 2025 appena al di sotto del 2%. 

Politica monetaria: La Banca Centrale Europea (BCE) ha abbassato il tasso di riferimento sui depositi al 2,25% il 17 aprile, operando il sesto taglio consecutivo da un quarto di punto. È il settimo nel ciclo di allentamento monetario avviato a giugno 2024. Per quest’anno prevediamo due ulteriori tagli che porterebbero il tasso di riferimento all’1,75% per fine anno.

Occupazione: Prevediamo una frenata dello slancio per l’occupazione alla luce delle prospettive di crescita in deterioramento e stimiamo un aumento del tasso di disoccupazione a circa il 6,5% per fine anno dall’attuale minimo storico di 6,1%. 

Regno Unito

Il Regno Unito è alle prese con sfide interne che verosimilmente incideranno di più sull’economia del Paese degli sviluppi del commercio globale.

PIL: Abbiamo rivisto lievemente al ribasso la nostra previsione di crescita per fine anno, portandola allo 0,5%. La nostra precedente stima già rifletteva la prospettiva di deterioramento dei dati economici, in particolare sul mercato del lavoro. Gli aumenti della tassazione, la politica monetaria ancora restrittiva e l’indebolimento del contesto esterno sono tutti fattori che pesano sulla domanda. 

Inflazione: L’inflazione core, che esclude i prezzi di voci come gli alimentari e l’energia, si è attestata al 3,4% a marzo su base annua e prevediamo scenderà per convergere intorno all’obiettivo del 2% della Bank of England (BoE) nel 2026. 

Politica monetaria: Riteniamo che la BoE continuerà ad abbassare il tasso di riferimento, con tagli da 0,25 punti percentuali con cadenza trimestrale, portandolo al 3,75% per fine anno (dall’attuale 4,5%). 

Occupazione: Prevediamo che il tasso di disoccupazione salga al 4,8% per fine anno dal 4,4% (dicembre-febbraio).

Giappone

La spirale salari-prezzi lascia intatta la nostra previsione che la Bank of Japan (BoJ) continuerà ad alzare gradualmente i tassi, anche nel contesto di elevata incertezza sul fronte del commercio globale.

PIL: Prevediamo che il calo della competitività dei prezzi e un’attenuata domanda americana di beni giapponesi indeboliranno la crescita economica nipponica di mezzo punto percentuale portandola a meno dell’1% per fine 2025. La costante crescita salariale favorita da robusti utili delle imprese e carenze strutturali di forza lavoro dovrebbe sostenere la ripresa dei consumi interni e mantenere l’inflazione core solidamente intorno al 2% quest’anno. 

Politica monetaria: Ci aspettiamo che la BoJ alzi il tasso di riferimento (attualmente allo 0,5%) all’1,0% per fine anno. Tuttavia, nel contesto di incertezza sul versante del commercio globale, i rischi di un tasso ufficiale più basso a fine anno sono in aumento.

Cina

L’economia cinese ha registrato un primo trimestre robusto ma il contesto del commercio globale lascia presagire un percorso difficile per il futuro.

PIL: Abbiamo rivisto al ribasso la nostra previsione di crescita economica dal 4,5% a poco sopra il 4%, con rischi di ulteriore ribasso. In occasione della sua ultima riunione, il Politburo cinese ha annunciato misure di sostegno, che tuttavia non ci aspettiamo compensino integralmente l’impatto dei dazi americani.

Inflazione: Stimiamo sull’intero anno il dato core intorno allo 0,5% e l’inflazione complessiva a un livello ancora più basso. Anche se i generi alimentari rappresentano circa il 30% dell’indice dei prezzi al consumo cinese e i prezzi dei prodotti agricoli d’importazione potrebbero salire, questo sarebbe verosimilmente compensato dai prezzi più bassi di energia e materie prime per il rallentamento della crescita globale.

Politica monetaria: Ci aspettiamo aggiustamenti volti a stimolare la crescita, segnatamente un taglio di 0,3 punti percentuali del tasso sui pronti contro termine a sette giorni e una riduzione di 0,5 punti percentuali dei coefficienti dei requisiti di riserva.

Prospettive di rendimento per le classi di attivo

Le previsioni di rendimento annualizzato a 10 anni di Vanguard per le varie classi di attivo sono state aggiornate sulla scorta delle ultime elaborazioni del Vanguard Capital Markets Model® (VCMM) sulla base dei dati al 31 marzo 2025.

Le nostre proiezioni di rendimento nominale annualizzato a 10 anni espresse in valuta locale per gli investitori sono le seguenti1:

Lo schema mostra l’analisi comparativa delle previsioni Vanguard di rendimento annualizzato a 10 anni e volatilità delle diverse classi di attivo in tre valute: sterlina britannica, euro e franco svizzero


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 I dati sono basati su un intervallo di 2 punti intorno al 50° percentile della distribuzione dei risultati di rendimento per l’azionario e su un intervallo di 1 punto intorno al 50° percentile per l’obbligazionario. I numeri tra parentesi riflettono la volatilità mediana.
 

 

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Outlook economico e di mercato di Vanguard per il 2025: Oltre l’atterraggio

Il nostro outlook 2025 è pubblicato.

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Eventi e webinar

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IMPORTANTE: Le proiezioni e le altre informazioni ottenute col Vanguard Capital Markets Model per quanto riguarda la probabilità dei diversi risultati degli investimenti sono di natura ipotetica non rispecchiano risultati di investimenti reali e non sono garanzia di rendimenti futuri. I risultati del VCMM variano ogni volta che lo si utilizza e nel tempo. Le proiezioni ottenute col VCMM sono basate su un’analisi statistica di dati storici. I rendimenti futuri possono avere un andamento diverso dai modelli storici catturati nel VCMM. È importante notare che il VCMM potrebbe sottostimare gli scenari negativi non osservati nei periodi storici nei quali è basato il modello di stima.

Il Vanguard Capital Markets Model® è uno strumento di simulazione finanziaria proprietario, sviluppato e gestito da esperti di ricerca e consulenti qualificati di Vanguard. Il modello prevede le distribuzioni dei rendimenti futuri di una vasta gamma di classi di attivi. Tra le classi di attivi figurano i mercati azionari statunitensi e internazionali, buoni del tesoro statunitensi e mercati dei titoli societari obbligazionari con diverse scadenze, mercati obbligazionari internazionali, mercati monetari statunitensi, materie prime e alcune strategie d’investimento alternative. Il fondamento teorico ed empirico del Vanguard Capital Markets Model è che i rendimenti delle diverse classi di attivi rispecchiano la contropartita richiesta dagli investitori per assumersi diversi tipi di rischio sistematico (beta). Al centro del modello vi sono le stime del rapporto statistico dinamico tra fattori di rischio e rendimenti degli attivi, ottenute da analisi statistiche basate sui dati finanziari ed economici mensili disponibili a partire dagli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso. Tramite un sistema di equazioni stimate, il modello applica un metodo di simulazione Monte Carlo per proiettare i rapporti stimati tra i fattori di rischio e le classi di attivi, come pure l’incertezza e la casualità nel tempo. Il modello produce un’ampia serie di risultati simulati per ogni classe di attivi su diversi orizzonti temporali. Le previsioni si ottengono attraverso misure di tendenza centrale in tali simulazioni. I risultati ottenuti con lo strumento variano ogni volta che lo si utilizza e nel tempo.

Il valore primario del VCMM sta nella sua applicazione all’analisi dei potenziali portafogli dei clienti. Le previsioni per le classi di attivo del VCMM, comprese le distribuzioni della volatilità, delle correlazioni e dei rendimenti attesi, sono cruciali per la valutazione dei potenziali rischi di ribasso, dei diversi trade-off tra rischio e rendimento e dei benefici di diversificazione delle varie asset class. Sebbene le tendenze centrali siano elaborate in qualsiasi distribuzione dei rendimenti, Vanguard si focalizza sull’intero range di risultati potenziali per gli attivi considerati, come i dati presentati in questo documento, il che rappresenta la modalità più efficace per utilizzare le elaborazioni del VCMM.

Il VCMM mira a rappresentare l’incertezza nella previsione generando un’ampia gamma di potenziali risultati. È importante riconoscere che il VCMM non impone “normalità” alle distribuzioni dei rendimenti ma piuttosto è influenzato dalle cosiddette code spesse e dall’asimmetria nella distribuzione empirica dei rendimenti delle classi di attivo modellizzate. All’interno del range di risultati, le singole esperienze possono essere molto diverse, il che evidenzia la natura varia dei potenziali percorsi futuri. In effetti, questo è uno dei principali motivi per cui approcciamo le prospettive di rendimento degli attivi nella cornice della distribuzione.

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