“La copertura valutaria è concepita per far fronte alla volatilità di breve termine e può essere costosa a lungo andare, pesando sui rendimenti degli investitori”
Investment Strategy Analyst, Vanguard, Europe
Da inizio anno il dollaro americano ha registrato una considerevole perdita di valore rispetto a gran parte delle principali valute. La tendenza al ribasso è ascrivibile alle prospettive di raffreddamento della crescita economica negli Stati Uniti nel 2025 ed era già visibile prima dell’annuncio dei dazi del 2 aprile.
Quell’annuncio ha tuttavia notevolmente accelerato il trend ribassista in quanto ha scatenato una più diffusa incertezza economica ed ulteriore deprezzamento del biglietto verde. Si tratta di un andamento inconsueto poiché storicamente in fasi di accresciuta incertezza il dollaro si è rafforzato in quando percepito dagli investitori come un rifugio.
Dall’introduzione dell’euro nel 1999, l’effetto valutario è stato un fattore rilevante per i rendimenti dell’azionario americano rispetto a quello europeo in quanto con l’indebolimento della valuta unica gli investitori europei hanno ottenuto rendimenti più elevati dai loro investimenti in attivi denominati in dollari americani senza copertura valutaria. Nell’ultimo decennio gli investitori dell’Area Euro hanno beneficiato sia della performance dell’azionario americano sia della forza del dollaro ma questo adesso potrebbe cambiare. La Figura 1 illustra come il differenziale di rendimento tra l’azionario europeo e quello americano sia influenzato dalle fluttuazioni dei tassi di cambio nel confronto con la performance pura dei mercati azionari sottostanti.
Rendimenti annualizzati a 10 anni a ritroso per l’azionario europeo meno azioni statunitensi
Note: il grafico mostra il differenziale di rendimento totale annualizzato realizzato a 10 anni fra l’azionario europeo (rappresentato dall’indice MSCI Europe) e quello americano (rappresentato dall’indice MSCI USA). “Effetto valutario” indica l’impatto dei tassi di cambio sul differenziale di performance dell’azionario americano rispetto a quello europeo che per gli investitori europei è illustrato al meglio dalla differenza tra la performance dell’indice MSCI USA in dollari e quella dello stesso indice in euro. Non è possibile investire direttamente in un indice.
Fonti: Bloomberg ed elaborazioni di Vanguard, in euro, al 29 aprile 2025.
Le fluttuazioni del dollaro hanno diverse implicazioni per gli investitori a seconda dei loro obiettivi, propensione al rischio e domicilio. Alcuni potrebbero invocare i vantaggi della copertura valutaria ma quest’ultima è concepita per far fronte alla volatilità di breve termine e può essere costosa a lungo andare, pesando sui rendimenti degli investitori.
Suggeriamo agli investitori con orizzonte di lungo termine e obiettivi di crescita o di preservazione del capitale di detenere azionario globale senza copertura valutaria e obbligazionario globale con copertura valutaria per cogliere quanto più possibile i vantaggi della diversificazione (sia a livello di attivi sottostanti sia di tasso di cambio) e al contempo assicurarsi una volatilità in linea con attivi locali comparabili.
La copertura valutaria viene attuata tramite contratti futures valutari di norma con scadenza da uno a tre mesi e non è una panacea per gli investitori che si trovano ad affrontare i due fattori avversi rappresentati dalla flessione dell’azionario americano e dal deprezzamento del dollaro.
Le aspettative di mercato di indebolimento del dollaro nel periodo del contratto di copertura verosimilmente si rifletteranno nei prezzi dei futures e la copertura valutaria può essere compensatoria solo se il deprezzamento del dollaro nel periodo di durata del contratto è superiore alle aspettative di mercato.
Se la copertura fosse necessaria oltre il periodo iniziale di uno-tre mesi, i contratti futures andrebbero rinnovati in nuovi contratti che rifletterebbero le prospettive aggiornate di deprezzamento del dollaro. Alla fine l’investimento genererebbe rendimenti analoghi sia con o senza copertura valutaria.
Dopo un decennio di andamento robusto, il dollaro al momento presenta valutazioni più ragionevoli in rapporto a cinque altre principali valute, secondo le nostre analisi. Mentre all’inizio dell’ultimo decennio il dollaro era sottovalutato, negli ultimi anni si è rafforzato con gli afflussi di capitale sui mercati azionari americani.
La sovraperformance dell’azionario americano ha attratto maggiori flussi di capitale, rafforzando il dollaro, che a loro volta hanno continuato a spingere verso l’alto i prezzi dell’azionario americano, contribuendo a portare quest’ultimo ad essere significativamente sopravalutato.
Non consideriamo più il dollaro come un fattore favorevole per i rendimenti degli investitori europei con esposizione all’azionario americano. Assieme alle valutazioni ancora elevate di quest’ultimo, questo spiega le nostre previsioni di rendimenti più sottotono per l’azionario americano senza copertura in euro, in un range del 4.4% - 6,4% nel prossimo decennio, al 30 aprile 2025.
Dopo un decennio forte, il dollaro statunitense è all'interno della nostra fascia di valore equo
Note: il grafico mostra la nostra stima di fair value per il dollaro americano in rapporto a un paniere di valute, ponderato per la capitalizzazione del mercato azionario, composto da euro, yen giapponese, sterlina britannica, dollaro canadese e dollaro australiano. La stima di fair value è basata sulla parte dei movimenti dei tassi di cambio che può essere spiegata tramite i differenziali di forza delle rispettive economie, misurata dalla produttività (PIL pro capite a parità di potere di acquisto) e tassi d’interesse reali a lungo termine.
Fonti: elaborazioni di Vanguard in USD, al 31 marzo 2025 con dati effettivi al 30 aprile 2025 sulla base di dati di Refinitiv e del Fondo Monetario Internazionale.
In un’economia globale con flussi di capitale che si muovono con relativa libertà, il danaro tende a essere indirizzato verso i Paesi più produttivi dove può produrre i rendimenti più alti. Storicamente questo ha sostenuto le valutazioni azionarie americane, ridotto i tassi sulle obbligazioni degli Stati Uniti e rafforzato il dollaro.
Alla luce della recente debolezza del dollaro, è cruciale per gli investitori mantenere un portafoglio bilanciato e diversificato. Naturalmente quando il dollaro si deprezza, altre valute si apprezzano. Diversificare tra classi di attivo (azionario e obbligazionario) e al loro interno (stili, settori e Paesi) può aiutare a ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.
Le oscillazioni valutarie sono una parte naturale del ciclo economico globale e una strategia d’investimento ben diversificata può aiutare a mitigare i rischi e cogliere le opportunità per una crescita a lungo termine.
Ringraziamo Ben Vavreck per il suo contributo a questo articolo.
IMPORTANTE: Le proiezioni e le altre informazioni ottenute col Vanguard Capital Markets Model per quanto riguarda la probabilità dei diversi risultati degli investimenti sono di natura ipotetica non rispecchiano risultati di investimenti reali e non sono garanzia di rendimenti futuri. I risultati del VCMM variano ogni volta che lo si utilizza e nel tempo. Le proiezioni ottenute col VCMM sono basate su un’analisi statistica di dati storici. I rendimenti futuri possono avere un andamento diverso dai modelli storici catturati nel VCMM. È importante notare che il VCMM potrebbe sottostimare gli scenari negativi non osservati nei periodi storici nei quali è basato il modello di stima.
Il Vanguard Capital Markets Model® è uno strumento di simulazione finanziaria proprietario, sviluppato e gestito da esperti di ricerca e consulenti qualificati di Vanguard. Il modello prevede le distribuzioni dei rendimenti futuri di una vasta gamma di classi di attivi. Tra le classi di attivi figurano i mercati azionari statunitensi e internazionali, buoni del tesoro statunitensi e mercati dei titoli societari obbligazionari con diverse scadenze, mercati obbligazionari internazionali, mercati monetari statunitensi, materie prime e alcune strategie d’investimento alternative. Il fondamento teorico ed empirico del Vanguard Capital Markets Model è che i rendimenti delle diverse classi di attivi rispecchiano la contropartita richiesta dagli investitori per assumersi diversi tipi di rischio sistematico (beta). Al centro del modello vi sono le stime del rapporto statistico dinamico tra fattori di rischio e rendimenti degli attivi, ottenute da analisi statistiche basate sui dati finanziari ed economici mensili disponibili a partire dagli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso. Tramite un sistema di equazioni stimate, il modello applica un metodo di simulazione Monte Carlo per proiettare i rapporti stimati tra i fattori di rischio e le classi di attivi, come pure l’incertezza e la casualità nel tempo. Il modello produce un’ampia serie di risultati simulati per ogni classe di attivi su diversi orizzonti temporali. Le previsioni si ottengono attraverso misure di tendenza centrale in tali simulazioni. I risultati ottenuti con lo strumento variano ogni volta che lo si utilizza e nel tempo.
Il valore primario del VCMM sta nella sua applicazione all’analisi dei potenziali portafogli dei clienti. Le previsioni per le classi di attivo del VCMM, comprese le distribuzioni della volatilità, delle correlazioni e dei rendimenti attesi, sono cruciali per la valutazione dei potenziali rischi di ribasso, dei diversi trade-off tra rischio e rendimento e dei benefici di diversificazione delle varie asset class. Sebbene le tendenze centrali siano elaborate in qualsiasi distribuzione dei rendimenti, Vanguard si focalizza sull’intero range di risultati potenziali per gli attivi considerati, come i dati presentati in questo documento, il che rappresenta la modalità più efficace per utilizzare le elaborazioni del VCMM.
Il VCMM mira a rappresentare l’incertezza nella previsione generando un’ampia gamma di potenziali risultati. È importante riconoscere che il VCMM non impone “normalità” alle distribuzioni dei rendimenti ma piuttosto è influenzato dalle cosiddette code spesse e dall’asimmetria nella distribuzione empirica dei rendimenti delle classi di attivo modellizzate. All’interno del range di risultati, le singole esperienze possono essere molto diverse, il che evidenzia la natura varia dei potenziali percorsi futuri. In effetti, questo è uno dei principali motivi per cui approcciamo le prospettive di rendimento degli attivi nella cornice della distribuzione.
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