È stato un mese di fortune contrastanti per le maggiori economie mondiali: la prognosi per la Cina è migliorata con l'allentamento delle misure anti-Covid e i recenti dati sull'attività dell'area euro hanno sorpreso in positivo, mentre gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno ancora andando verso la recessione e le banche hanno il loro da fare per contenere l'inflazione.
Abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni di crescita economica in Cina dal 4,5 al 5,3%, dopo la buona performance del quarto trimestre, resa possibile dal fatto che il paese sembra essersi lasciati alle spalle i lockdown.
Ci aspettavamo che la Cina fuoriuscisse in modo graduale e travagliato dall'approccio "zero Covid", ma i decisori politici sembrano adesso assolutamente convinti nel voler eliminare tutti i controlli, anche quando il virus travolge il sistema sanitario cinese.
Riteniamo che negli Stati Uniti non sia venuto meno il rischio che l'aumento dei salari possa riflettersi in un'inflazione core più alta del previsto nel corso dell'anno, anche se la retribuzione oraria media è scesa al 4,6% a dicembre. Nello stesso mese è diminuita anche l'inflazione dei prezzi al consumo headline, attestandosi al 6,5%. Anche se ci aspettiamo che l'inflazione headline su base annua continuerà a scendere, riteniamo che i prossimi dati mensili saranno in aumento, dato che i recenti cali dei prezzi delle auto usate si attenueranno.
Dai verbali dell'ultima riunione del comitato politico della Federal Reserve del 13-14 dicembre si evince che la banca rimane più preoccupata per l'inflazione anziché per la possibilità che una politica eccessivamente restrittiva comporti - anche se non subito - una riduzione dell'attività economica. Continuiamo a prevedere che nel corso del primo trimestre la banca centrale statunitense spingerà il suo intervallo di riferimento per i tassi verso un picco del 5 - 5,25%, dall'attuale 4,25 - 4,5 %, e lo manterrà a questo livello per il resto dell'anno. Riteniamo altresì probabile al 90% che quest'anno gli Stati Uniti entrino in recessione.
Aumentando a dicembre il tasso principale sui depositi di 50 punti base, portandolo al 2%, la Banca Centrale Europea (BCE) prevedeva che l'inflazione headline e quella core (che non tiene conto dei prezzi volatili dei prodotti alimentari ed energetici) sarebbero mediamente rimaste superiori all'obiettivo della banca (2%) fino a tutto il 2025. Di conseguenza Vanguard adesso prevede che i tassi politici dell'area euro raggiungeranno il picco del 3,5% nel secondo trimestre, un punto percentuale in più rispetto a quanto avevamo detto nelle nostre Previsioni economiche e di mercato per il 2023. Inoltre non ci aspettiamo che la banca deciderà dei tagli prima del secondo semestre 2024.
Si prevede che nel 2023 il PIL dell'area euro subirà una contrazione compresa tra lo 0,5 e l'1%, ma i rischi per questa previsione sono orientati al rialzo a causa delle recenti sorprese positive dei dati economici.
La necessità di una politica monetaria più restrittiva in presenza di elevate pressioni inflazionistiche è anche uno dei motivi per cui riteniamo che l'economia del Regno Unito entrerà in recessione nel 2023, anche se i dati economici recenti suggeriscono che potrebbe aver evitato di stretta misura la recessione nel 2022.
Vanguard continua a prevedere che all'inizio del 2023 il principale tasso politico della Bank of England, in assenza di segnali più concreti di rallentamento della crescita dei salari, salirà dall'attuale 3,5 al 4,5%. Il mercato dei mutui potrebbe essere il prossimo punto dolente per le famiglie dopo le tensioni sui costi energetici del 2022. Secondo le stime di Vanguard, in un paese in cui la maggior parte dei tassi ipotecari è fissa solo per due-cinque anni, il 35 - 40% dei titolari di mutui ipotecari dovrà prender in conto un netto aumento dei tassi nel corso del 2023.
Quanto riportato in questo documento è il punto di vista del Global Economics and Markets Team dell'Investment Strategy Group (ISG) di Vanguard al 19 gennaio 2023. Per un approfondimento sulle più recenti considerazioni dei nostri economisti leggere il rapporto completo.
Previsione di rendimento delle classi di attivi

Di seguito sono riportate le più recenti previsioni annualizzate a 10 anni di Vanguard per i rendimenti azionari e obbligazionari1.
Le presunzioni di rendimenti probabilistici dipendono dalle condizioni di mercato al momento dell'esecuzione del Vanguard Capital Markets Model® (VCMM) e, come tali, possono cambiare nel tempo ogni volta che il modello viene eseguito1.
L'ISG aggiorna questi dati trimestralmente. Le proiezioni di cui sopra sono riferite a un'esecuzione del VCMM sulla base dei dati al 30 settembre 2022. Si tenga presente che i dati sono basati sull'intervallo di 2 punti attorno al 50° percentile della distribuzione dei risultati dei rendimenti, per le azioni, e su un intervallo di 1 punto attorno al 50° percentile, per le obbligazioni. I dati tra parentesi rispecchiano la volatilità mediana.
IMPORTANTE: Le proiezioni e le altre informazioni ottenute col VCMM per quanto riguarda la probabilità dei diversi risultati degli investimenti sono di natura ipotetica, non rispecchiano risultati d'investimento reali e non sono garanzia di rendimenti futuri. Le distribuzioni dei risultati d'investimento ottenuti col VCMM derivano da 10.000 simulazioni per ogni classe di attivi modellizzata. Simulazioni al 30 settembre 2022. I risultati del modello possono variare ogni volta che lo si utilizza e nel tempo.