• Negli Stati Uniti, la resilienza dell’economia ci ha indotti a rivedere al rialzo le previsioni di crescita del PIL per il 2024; riteniamo inoltre che potrebbero non esserci tagli dei tassi quest’anno.
  • Nell’Area Euro, l’economia mostra segnali di inversione di tendenza già dal quarto trimestre del 2023.
  • Per l’economia del Regno Unito abbiamo abbassato le nostre previsioni di crescita per il 2024.
  • In Cina, l’obiettivo di crescita del PIL del 5% nel 2024 potrebbe essere troppo ambizioso visti i dati che segnalano una ripresa accidentata.  

Le banche centrali dei principali mercati sviluppati hanno mantenuto invariati i tassi a marzo, per diversi motivi, nell’ambito della loro politica volta a riportare l’inflazione verso l’obiettivo nelle loro rispettive economie.

Per un approfondimento sulla resilienza dell’economia americana, si legga l’articolo di Roger Aliaga-Diaz, chief economist di Vanguard per le Americhe e responsabile globale per la costruzione di portafoglio.

Stati Uniti

Nonostante i tassi ufficiali mantenuti a livelli più alti dalla Federal Reserve (Fed) avrebbero dovuto raffreddarla, l’economia americana ha continuato a dimostrarsi resiliente. Abbiamo pertanto rivisto al rialzo le nostre previsioni annuali di crescita per l’economia degli Stati Uniti; riteniamo inoltre che la banca centrale americana procederà con cautela rispetto all’avvio dei tagli dei tassi e potrebbe non ridurli affatto nel 2024.

Alla riunione di marzo del comitato di politica monetaria, la Fed ha lasciato invariato il tasso sui federal fund nell’intervallo del 5,25%–5,50% dopo che i dati dell’inflazione si sono rivelati più alti delle attese nei primi mesi dell’anno. La banca centrale americana ha inoltre rivisto al rialzo le previsioni di crescita del PIL in termini reali e sull’inflazione come del resto Vanguard stessa ha fatto di recente. 

Il PIL degli Stati Uniti è cresciuto a un tasso annualizzato del 3,2% nel quarto trimestre del 2023, in calo rispetto al dato del terzo trimestre pari al 4,9%. Sull’intero 2023, la crescita del PIL è stata pari in media al 2,5% su base annua e al di sopra del +1,9% registrato nel 2022. Noi di Vanguard prevediamo una crescita intorno al 2% per l’economia americana nel 2024, superiore rispetto alla nostra stima iniziale che la collocava intorno allo 0,5%.

L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di alimentari ed energia, è scesa al 2,8% a gennaio su base annua rispetto 2,9% di dicembre sulla base dell’indice PCE, il prediletto dalla Fed per le sue valutazioni. L’inflazione sta scendendo verso l’obiettivo del 2% della Fed, tuttavia continuiamo a ritenere che ci vorrà del tempo prima di un suo pieno raffreddamento nella componente dei servizi che è più ostinata. Noi di Vangard abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni per l’inflazione core per l’indice PCE sull’intero 2024 dal 2,3% al 2,6%.

Nonostante i 275.000 nuovi occupati nel mese, a febbraio il tasso di disoccupazione è salito al 3,9% dal 3,7% di gennaio. Ci aspettiamo la prosecuzione della crescita dell’offerta sul mercato del lavoro e di nuovi occupati per gran parte del 2024 e prevediamo un tasso di disoccupazione intorno al 4% per fine anno.

Area Euro

L’economia dell’Eurozona mostra timidi segnali di inversione di tendenza dal quarto trimestre del 2023 e lieve ripresa nel primo trimestre 2024, con crescita dei redditi in termini reali, discesa dell’inflazione e allentamento delle condizioni finanziarie.

Dopo essersi contratto dello 0,1% nel terzo trimestre, il PIL dell’Area Euro è rimasto stabile nel quarto trimestre del 2023 evitando la recessione tecnica (che si verifica quando la crescita economica registra contrazione per due trimestri consecutivi).  Continuiamo a prevedere una crescita inferiore al tendenziale e nel range dello 0,5%–1% per l’Eurozona nel 2024 a fronte di un contesto ancora restrittivo sul versante monetario e su quello fiscale nonché dei perduranti effetti sul settore industriale delle problematiche energetiche in Europa.

Alla riunione di politica monetaria di marzo, la Banca Centrale Europea (BCE) ha mantenuto invariato il tasso sui depositi al 4%. La Presidente Christine Lagarde ha segnalato che la BCE potrebbe attuare il primo taglio dei tassi a giugno, in linea con le nostre previsioni. Noi di Vanguard ci aspettiamo tagli da 25 punti base in ciascuna delle successive cinque riunioni di politica monetaria del 2024. Di recente abbiamo rivisto al ribasso la nostra previsione sul tasso di riferimento della BCE dal 3,25% a un range del 2,50%–3% per fine 2024. La BCE ha rivisto al ribasso le sue stime sull’inflazione di fondo prevedendola al 2,6% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e al 2% nel 2026.

L’inflazione complessiva dell’Eurozona è scesa al 2,6% a febbraio su basa annua dal 2,8% di gennaio.  Tuttavia su base mensile i prezzi sono saliti dello 0,6%, più che a gennaio quando l’incremento era stato dello 0,4%. L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili degli alimentari, dell’energia, degli alcolici e dei tabacchi, ha rallentato al 3,1% su base annua a febbraio dal 3,3% di gennaio. Il dato mensile registra un incremento dello 0,7%. Ci aspettiamo che l’inflazione complessiva scenda al 2% entro settembre 2024 e che quella di fondo si riporti sul target della banca centrale entro dicembre di quest’anno.

Il tasso di disoccupazione è stato del 6,4% a febbraio, in calo rispetto al 6,5% di gennaio. Crediamo che nel mercato del lavoro dell’Area Euro ci sia capacità inutilizzata più di quanto indichi il dato ufficiale e abbiamo rivisto la nostra previsione per il tasso di disoccupazione di questa regione a fine 2024 portandola al 6,5% dal precedente 7%-7,5%. 

Regno Unito

Dopo essere scivolata in recessione nella parte finale del 2023, prevediamo per l’economia del Regno Unito una traiettoria modesta nel 2024 e abbiamo abbassato le nostre stime di crescita del PIL del Paese per l’intero 2024 dallo 0,5%–1% allo 0,3%.

Il PIL del Regno Unito ha registrato due trimestri consecutivi di crescita negativa nella seconda metà del 2023, contraendosi dello 0,1% nel terzo trimestre e dello 0,3% nel quarto trimestre.  I dati mensili segnalano che la recessione tuttavia potrebbe essere breve, in quanto a gennaio 2024 il PIL del Paese è aumentato dello 0,2% rispetto a dicembre, sulla spinta della crescita dello 0,2% nel settore dei servizi.   

Per la quinta volta consecutiva, la Bank of England (BoE) ha mantenuto invariato il tasso ufficiale al 5,25% alla riunione di politica monetaria di marzo. La banca centrale del Regno Unito ha indicato che i tagli dei tassi non dipenderanno dal raggiungimento del target di inflazione del 2% e che l’arrivo di dati che confermino progressi nella riduzione dell’inflazione unitamente al rallentamento della crescita dei salari e a un mercato del lavoro meno esuberante potrebbero favorire la decisione di abbassare i tassi ufficiali. Nel nostro scenario di base prevediamo la prima riduzione dei tassi ad agosto, per un totale di 100 punti base, ovvero 1 punto percentuale, nel 2024. (Un punto base equivale a un centesimo di punto percentuale).

L’inflazione complessiva si è attestata al 3,4% a febbraio su base annua, in rallentamento rispetto al 4% di gennaio nonché registrando il più piccolo incremento annuo da settembre 2021. L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili degli alimentari, dell’energia, degli alcolici e dei tabacchi, è stata pari al 4,5% su base annua a febbraio, rallentando anch’essa rispetto al 5,1% di gennaio. La riduzione del prezzo massimo per unità di energia che i fornitori possono addebitare dovrebbe favorire la discesa dell’inflazione complessiva che prevediamo portarsi appena sotto il 2% mentre quella core dovrebbe attestarsi intorno al 2,6% per fine 2024.

Nel periodo novembre 2023 – febbraio 2014, il tasso di disoccupazione è stato del 3,9%, appena più alto rispetto al 3,8% del precedente periodo mobile di tre mesi. Come per l’Area Euro, stimiamo che sul mercato del lavoro ci sia un’offerta maggiore di quanto indichi il tasso di disoccupazione e abbiamo rivisto la previsione del tasso di disoccupazione dal 4,50%–5% al 4%–4,50% a fine 2024.

Cina

Lo squilibrio tra domanda e offerta è solo uno dei fattori che rende arduo per la Cina raggiungere l’obiettivo di crescita del 5% fissato dal governo per il 2024 e annunciato al Congresso Nazionale del Popolo a inizio marzo.

Noi di Vanguard crediamo che per raggiungere quell’obiettivo servano misure di stimolo più decise e tempestive viste le sfide con cui è alle prese l’economia del Dragone a seguito della dilagante crisi dell’immobiliare del Paese.  Il 5,2% di crescita del PIL conseguito nel 2023 è stato frutto della ripartenza dopo un 2022 sottotono, segnato da lunghi lockdown per estinguere focolai di Covid-19.  Centrare il target del 5% nel 2024 sarà più difficile in ragione dell’effetto base, ossia il confronto con il dato di crescita dell’anno precedente che è più alto.

Il governo cinese ha fissato anche un obiettivo del 3% per l’inflazione e del 5,5% per il tasso di disoccupazione per il 2024. A febbraio i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,7% su base annua rispetto al dato di gennaio e su base mensile. Non crediamo che l’aumento di febbraio segni la fine della deflazione in cui è precipitata la Cina negli ultimi tempi. Piuttosto lo attribuiamo al confronto più favorevole con il dato dello scorso anno legato alle festività del Capodanno cinese che nel 2023 era a gennaio mentre quest’anno è stato a febbraio.

Abbiamo abbassato le nostre previsioni per l’inflazione cinese per l’intero 2024, dall’1%–1,5% all’1% per quella core e dall’1,5%–2% al di sotto dell’1% per l’inflazione complessiva, valori ben più bassi rispetto all’obiettivo del 3% della banca centrale del Paese.   

A febbraio, la banca centrale cinese ha abbassato il tasso a 5 anni dal 4,20% al 3,95%, con un intervento che riteniamo sia volto a incoraggiare la domanda sul mercato immobiliare. Si tratta infatti del tasso al quale sono legate le rate dei mutui ed è stato il taglio più cospicuo da quando è stato introdotto nel 2019. La banca centrale ha invece lasciato invariato al 2,5% il tasso di riferimento a un anno. Ci aspettiamo che per ridurre le pressioni deflazionistiche, la banca centrale del Dragone abbassi il tasso di riferimento dal 2,5% al 2,2% nel 2024 e riduca anche i coefficienti dei requisiti di riserva per le banche.

Quanto precede riflette le opinioni del team di esperti in materia di economia e mercati globali di Vanguard Investment Strategy Group (ISG) al 22 marzo 2024.

Prospettive di rendimento per le classi di attivo

Le previsioni di rendimento annualizzato a 10 anni di Vanguard per le varie classi di attivo sono state aggiornate sulla scorta delle ultime elaborazioni del Vanguard Capital Markets Model® (VCMM) sulla base dei dati al 31 dicembre 2023.

Le nostre proiezioni di rendimento nominale annualizzate a 10 anni espresse in valuta locale per gli investitori sono le seguenti1.


1 I dati sono basati su un intervallo di 2 punti intorno al 50° percentile della distribuzione dei risultati di rendimento per l’azionario e su un intervallo di 1 punto intorno al 50° percentile per l’obbligazionario. I numeri tra parentesi riflettono la volatilità mediana.

 

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IMPORTANTE: le proiezioni e le altre informazioni generate Vanguard Capital Markets Model® sulla probabilità dei diversi risultati degli investimenti sono di natura ipotetica, non riflettono i risultati effettivi degli investimenti e non sono garanzia di risultati futuri. I risultati di rendimento ottenuti con il VCMM variano ogni volta che lo si utilizza e nel tempo. Le proiezioni elaborate con questo modello sono basate sull’analisi statistica dei dati storici e in futuro i rendimenti potrebbero comportarsi in modo diverso rispetto agli andamenti storici considerati dal VCMM, in particolare il VCMM potrebbe sottostimare scenari estremi negativi non osservati nel periodo storico su cui si basano le stime del modello.

Il Vanguard Capital Markets Model® è uno strumento di simulazione finanziaria proprietario, sviluppato e gestito da esperti di ricerca e consulenti qualificati di Vanguard. Il modello prevede le distribuzioni dei rendimenti futuri di una vasta gamma di classi di attivi. Tra le classi di attivi figurano i mercati azionari statunitensi e internazionali, buoni del tesoro statunitensi e mercati dei titoli societari obbligazionari con diverse scadenze, mercati obbligazionari internazionali, mercati monetari statunitensi, materie prime e alcune strategie d’investimento alternative. Il fondamento teorico ed empirico del Vanguard Capital Markets Model è che i rendimenti delle diverse classi di attivi rispecchiano la contropartita richiesta dagli investitori per assumersi diversi tipi di rischio sistematico (beta). Al centro del modello vi sono le stime del rapporto statistico dinamico tra fattori di rischio e rendimenti degli attivi, ottenute da analisi statistiche basate sui dati finanziari ed economici mensili disponibili a partire dagli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso. Tramite un sistema di equazioni stimate, il modello applica un metodo di simulazione Monte Carlo per proiettare i rapporti stimati tra i fattori di rischio e le classi di attivi, come pure l'incertezza e la casualità nel tempo. Il modello produce un'ampia serie di risultati simulati per ogni classe di attivi su diversi orizzonti temporali. Le previsioni si ottengono attraverso misure di tendenza centrale in tali simulazioni. I risultati ottenuti con lo strumento variano ogni volta che lo si utilizza e nel tempo.

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