• Costruire i portafogli dei clienti combinando diversi fondi indicizzati o ETF può comportare un aumento del rischio che potrebbe incidere sulla performance.

  • Conoscere le sfumature dei diversi metodi di costruzione degli indici e il grado di compatibilità fra i vari fondi può aiutare a ridurre questo rischio non intenzionale.

  • Conseguentemente, selezionare per il portafoglio componenti flessibili di alta qualità che si completano l’uno con l’altro può aiutare a conseguire migliori risultati per i clienti.
     

“La percentuale di titoli growth e value è significativamente diversa a seconda del costruttore dell’indice. Questa disomogeneità può comportare significativi scostamenti nella performance di portafoglio e accresciuta volatilità.”

Andrey Kotlyarenko, CFA

Equity Index Senior Investment Product Manager


Sempre più investitori e consulenti costruiscono portafogli mirati agli obiettivi finanziari individuali combinando diversi fondi indicizzati o ETF.

Questo approccio offre molti vantaggi ma potrebbe comportare un rischio nascosto. Le diverse regole di costruzione degli indici potrebbero infatti implicare significativi scostamenti rispetto alle esposizioni dei benchmark, il che potrebbe inavvertitamente aumentare la volatilità in portafoglio e incidere sulla performance. È pertanto cruciale conoscere queste differenze prima di combinare esposizioni da diverse famiglie di indici.

I costruttori degli indici non seguono le stesse regole

Questi problemi spesso restano nascosti finché non si manifesta volatilità di mercato. Quando la turbolenza si fa sentire, gli investitori potrebbero rendersi conto che i loro portafogli inglobano più rischio del mercato o rispetto a quelle che erano le loro intenzioni.  

La fonte di questo rischio deriva dai criteri differenti che i costruttori degli indici adottano per classificare i titoli azionari. Il confronto fra i metodi di tre noti fornitori di indici americani, segnatamente Standard and Poor’s (S&P), Russell e CRSP (Centre for Research in Security Prices1), illustra quanto possono essere diverse le regole nella costruzione degli indici. S&P, Russell e CRSP ad esempio classificano lo stile del 46% dei titoli large-cap in modo diverso. 

Growth o value? Dipende dal costruttore dell’indice

grafico a ciambella relativo alla classificazione growth o value dei titoli large cap da parte di S&P, Russell e CRSP (dati Vanguard e FactSet)/(dati Morningstar elaborati da Vanguard, al 30 aprile 2025. I tre fornitori di indici classificano il 54% dei titoli nello stesso modo e il 46% in modo diverso.

Fonte: Vanguard sulla base di dati Morningstar al 30 aprile 2025.

S&P, Russell e CRSP usano tutte il rapporto prezzo/valore contabile per valutare il fattore value di una società. Tuttavia i modelli che utilizzano presentano differenze significative. Quello di CRSP impiega 10 fattori in totale, il modello di S&P ne usa sei e quello di Russell tre. Inoltre, CRSP classifica ogni titolo come growth o value mentre gli altri due fornitori possono catalogare un sottogruppo di titoli azionari come appartenenti ad entrambi gli stili.

Il risultato è che la percentuale di titoli growth e value è significativamente diversa a seconda del costruttore/fornitore dell’indice. Questa disomogeneità può comportare significativi scostamenti nella performance di portafoglio e accresciuta volatilità.

Metodi diversi, differenti risultati per la capitalizzazione di mercato

Analogamente, le differenze di metodo determinano un range di risultati per la capitalizzazione di mercato. CRSP divide i suoi indici nelle categorie large-, mid- e small cap con riferimento a specifiche percentuali di capitalizzazione di mercato. Ad esempio, definisce come large cap i titoli delle società che rappresentano l’85% più alto del valore complessivo del mercato. S&P e Russell usano invece conteggi statici (ad esempio, le mille maggiori società) per classificare in base alle dimensioni. Di conseguenza, il Russell 1000 copre il 94% della capitalizzazione di mercato totale e l’S&P 500 l’87,5%2.

Queste differenze hanno effetti a catena. Per gli indici che usano conteggi statici, la percentuale di capitalizzazione di mercato può variare nel tempo.  Il metodo applicato da S&P presenta inoltre alcuni tratti distintivi. Adotta un filtro di qualità che comporta l’esclusione delle società che non registrano utile per quattro trimestri consecutivi. Inoltre si affida a un comitato S&P per il giudizio finale se una società merita di essere inserita nell’indice, che è un criterio più soggettivo rispetto a quelli adottati da altri costruttori di indici.

In ragione di queste differenze, le categorie di capitalizzazione di mercato differiscono in modo significativo fra i diversi fornitori di indici.

le barre nella figura rappresentano indici S&P (S&P 500, S&P MidCap 400 ed S&P SmallCap 600); Russell (Russel 1000, Russell Top 200, Russell Midcap e Russell 2000) e CRSP (CRSP US Large Cap, CRSP Mega Cap, CRSP Mid Cap e CRSP Small Cap).  Ciascuna barra mostra la percentuale di capitalizzazione totale del mercato americano classificata rispettivamente come large-cap, mega-cap, mid-cap o small-cap da ciascun indice. La percentuale di ciascuna categoria dimensionale varia in modo significativo tra i tre fornitori di indici.

Note: CRSP e Russell raggruppano le mega-cap e le mid-cap in un’unica categoria che indicano come large-cap.

Fonte: elaborazioni di Vanguard sulla base di dati FactSet al 1° marzo 2025.

Investitori e consulenti spesso hanno valide ragioni per usare fondi indicizzati come componenti dei portafogli. Questo approccio può offrire flessibilità per rafforzare portafogli esistenti o conferire orientamenti intenzionali di stampo growth o value, tra le varie strategie. Tuttavia, mischiare indici di diversi fornitori può aumentare l’esposizione a fattori di rischio, il tracking error e la volatilità, e può portare a performance più deludenti.

Mettere i portafogli di indicizzati sulla rotta giusta

Conoscere le sfumature dei diversi metodi di costruzione degli indici e la reciproca compatibilità può aiutare a ridurre rischio attivo non intenzionale. La denominazione di un fondo o la sua classificazione vanno esplorati. Un fondo small-cap che segue un dato indice può comprendere un sorprendente numero di società che un diverso fornitore di indici potrebbe classificare come large-cap.

Valutare i tradeoff nell’uso di fondi di diverse famiglie di indici, anziché una sola, può aiutare gli investitori a massimizzare i rendimenti di mercato. Condurre queste analisi prima di investire può evitare i grattacapi fiscali che possono derivare dalla ristrutturazione di portafogli esistenti. Una soluzione è avvalersi di indici di un unico fornitore.

I fondi indicizzati e gli ETF possono fungere da componenti flessibili, di alta qualità, per i portafogli. Selezionarli attentamente in base alla loro compatibilità e capacità di concorrere al conseguimento degli obiettivi finanziari è essenziale per offrire agli investitori le migliori opportunità di successo negli investimenti.
 

Un’affiliata dell’Università di Chicago. 

Elaborazioni di Vanguard sulla base di dati FactSet, al 1° marzo 2025. Per indici a conteggio statico come quelli di Russell ed S&P, la percentuale di capitalizzazione di mercato può variare nel tempo.

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