• Le modeste correzioni azionarie degli ultimi anni potrebbero cedere il passo a ribassi più marcati e duraturi. 
  • La confluenza di forze che ha portato a ribassi contenuti negli ultimi 15 anni potrebbe mutare, determinando un contesto di rischio più sfidante. 
  • Crediamo che gli investitori dovrebbero essere ottimisti ma preparati ad affrontare ribassi. 

“I ribassi dei mercati azionari possono essere più lunghi e profondi di quelli a cui ci si è abituati. È opportuno che gli investitori siano preparati ad affrontare potenziali scenari diversi.”

Kevin Khang

Vanguard Senior International Economist

Gli investitori hanno vissuto alti e bassi nel 2025 e, nel bene o nel male, l’alta volatilità potrebbe non essere finita. C’è voluto meno di un mese per la ripresa dei mercati azionari e obbligazionari dopo i bruschi ribassi scatenati dagli annunci dei dazi a inizio a aprile e quella situazione ha offerto agli investitori una valida occasione per riesaminare il proprio rapporto con il rischio.

Un rapporto sano con il rischio comincia con la presa di coscienza che i ribassi non sempre sono così contenuti e le riprese non sempre sono così veloci come negli ultimi 15 anni. Nel rapportarsi al rischio, tre principi fondamentali possono aiutare a migliorare i risultati anche in periodi di elevata volatilità. 

Principio 1: Essere umili di fronte a rischi inconoscibili

Lo scomparso storico della finanza Peter Bernstein ha osservato che determinati rischi sono intrinsecamente inconoscibili in anticipo. Questi rischi tendono a essere i più dirompenti in quanto possono colpire gli investitori senza avvisaglie. Ne è un esempio il rischio che si era accumulato nel sistema con l’uso di derivati creditizi, che è stato un fattore cruciale nella crisi finanziaria globale ed è risultato evidente solo a posteriori. Il grado con cui l’assunzione di rischio di credito, in particolare nei mutui americani, si era concentrata nel sistema non è stato ben compreso sino all’acuirsi della crisi. Il panico osservato all’apice della crisi è stato scatenato proprio da quella mancata conoscenza.

Allo stesso modo, quello che ha allarmato i mercati nei recenti annunci dei dazi non è stata l’applicazione di dazi di per sé ma il loro livello e portata, assieme alla velocità con cui sono stati adottati, che erano largamente inconoscibili e hanno determinato aspra volatilità.

Il rischio davvero dirompente spesso è inconoscibile in anticipo. Essere umili rispetto a questa verità può aiutare gli investitori a mantenere una sana percezione del rischio. Accettare che rischi inconoscibili periodicamente agitino i mercati può favorire una risposta flessibile e misurata quando si manifestano cosiddetti rischi di coda (vale a dire sviluppi estremi molto improbabili ma con gravi effetti sui mercati), che mitighi l’impatto di eventi imprevisti, evitando decisioni dettate dal panico.

Principio 2: Avere una asset allocation solida

Poiché il futuro è incerto e alcuni rischi sono inconoscibili, è opportuno puntare su una soluzione con una solida asset allocation. Una soluzione che possa conseguire validi risultati in una gamma di circostanze diverse anziché una che sia ottimale in alcuni scenari ma altamente indesiderabile in altri. Un portafoglio solido è un portafoglio che l’investitore può mantenere, specialmente in condizioni di mercato estreme.

Proiezioni dei rendimenti di mercato rigorose che tengano conto anche di scenari estremi sono anch’esse cruciali per ottenere portafogli solidi. Questo perché risultati deludenti sul lungo periodo sono un rischio maggiore della volatilità sul breve per gli investitori a lungo termine.  In pratica, un approccio robusto alla costruzione del portafoglio tiene conto di un’ampia gamma di contesti di rendimento nell’orizzonte d’investimento del cliente e realizza una allocazione adatta per tutti quegli scenari. 

Principio 3: Essere ottimisti ma essere preparati ai ribassi

Gli investitori equilibrati gestiscono razionalmente il rischio di ribasso. Attenersi a una determinata allocazione durante ribassi significativi richiede aspettative realistiche rispetto alla propria tolleranza alle tribolazioni. Nei mercati di oggi questo significa avere aspettative realistiche rispetto a potenziali ribassi e non fare affidamento su aspettative di rendimento eccessivamente ottimistiche fondate sulla performance recente.

Correzioni di mercato dagli anni ’20 del secolo scorso agli attuali anni ’20 

Le modeste correzioni azionarie degli ultimi anni potrebbero cedere il passo a ribassi più marcati e duraturi 

Grafico a dispersione che mostra la durata e profondità media di ribassi dell’azionario americano superiori al 10 percento registrati in otto periodi, in genere di 10 anni, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso. I ribassi di minore entità e durata sono riportati nell’area in basso a sinistra del grafico mentre quelli più pronunciati e di durata maggiore nell’area in alto a destra.

La performance passata non è garanzia di risultati futuri. La performance di un indice non è la rappresentazione esatta di un investimento specifico in quanto non è possibile investire direttamente in un indice.

Note: ciascun puntino rappresenta la durata e l’entità media di ribassi superiori al 10% dell’azionario americano nel rispettivo periodo. I periodi sono decenni con due eccezioni: gli anni ’20 del ‘900 partono dal 31 dicembre 1927, e il periodo 2010–2024 comprende i 15 anni dal 4 gennaio 2010 al 31 dicembre 2024. La durata riflette il numero di giorni di negoziazione dai massimi ai minimi di mercato. Le percentuali riflettono unicamente i cali di prezzo (senza dividendi) dell’S&P 500 (o dell’S&P 90 prima di aprile 1957). Non sono stati riportati puntini per gli anni ’30 e ’40 del ‘900 perché dall’ultimo ribasso degli anni ‘20 del secolo scorso ci sono voluti oltre due decenni per tornare al massimo precedente, toccato alla vigilia del crollo dei mercati azionari del 1929. 

Fonti: elaborazioni di Vanguard sulla base di dati Bloomberg sulla performance degli indici.

Come si evince dal grafico, gli ultimi 15 anni sono stati favorevoli per l’azionario americano (e non americano), con ribassi di modesta entità e breve durata. Alcuni investitori potrebbero cadere nella trappola di prenderli come riferimento e ritenere che questo periodo durerà “a lungo” e che quella relativa tranquillità di mercato sia destinata a perdurare. Il veloce recupero dopo i bruschi cali dei mercati innescati dai dazi americani generalizzati annunciati lo scorso 2 aprile potrebbe non far altro che rafforzare la loro convinzione in tal senso. Tuttavia come si vede dall’esperienza dei decenni precedenti, i ribassi dei mercati azionari possono essere più lunghi e profondi di quelli a cui ci si è abituati negli ultimi tempi. Guardando al futuro, è opportuno che gli investitori siano preparati ad affrontare potenziali scenari diversi.

Orientarsi sulle fonti di rischio futuro e potenzialmente ricalibrare le aspettative 

La confluenza di forze che ha portato a ribassi contenuti negli ultimi 15 anni potrebbe mutare, determinando un contesto di rischio più sfidante: 

  • Una rinnovata attenzione alla responsabilità fiscale potrebbe implicare minore stimolo fiscale in contrazioni economiche future.
  • Sviluppi avversi sul fronte dell’offerta e il potenziale di stagflazione potrebbero limitare gli interventi delle banche centrali per mitigare la volatilità di mercato.
  • La prospettiva di una riconfigurazione dell’ecosistema del commercio mondiale ha un’ampia gamma di rilevanti implicazioni di lungo periodo che potrebbero determinare fonti di stravolgimenti, molti dei quali inconoscibili. 

Per alcuni investitori, una prudente gestione del rischio potrebbe significare ricalibrare le aspettative per tenere conto di ribassi più profondi e di più lunga durata, più in linea con l’esperienza di periodi storici passati. Anche se una tale ricalibratura non cambiasse in modo drastico l’asset allocation, questo esercizio potrebbe aumentare la probabilità che l’investitore mantenga la propria allocazione nei ribassi.

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Informazioni sui rischi d’investimento

Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono diminuire o aumentare e gli investitori potrebbero recuperare un importo inferiore a quello investito.

I risultati precedenti non possono essere presi come riferimento per i risultati futuri. I dati di performance non tengono conto delle commissioni e costi ricorrenti di acquisto e vendita. 

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