• Gli aumenti dei dazi americani verosimilmente porteranno un’evoluzione lenta e stabile dell’inflazione negli Stati Uniti ed effetti disinflazionistici in Europa.
  • Le imprese americane si sono adattate con rapidità ai cambiamenti anticipando gli acquisti e passando a fornitori in Paesi con dazi inferiori.
  • Il rallentamento della domanda dei consumatori sta spingendo molte imprese ad assorbire i costi dei dazi riducendo i margini; il trasferimento ai prezzi è atteso avvenire in modo graduale nel tempo.
     

"I dazi faranno salire i prezzi negli Stati Uniti ma non di colpo. L’economia americana ha la flessibilità per assorbire queste pressioni se trasferite in modo graduale."

Josh Hirt

Vanguard Senior Economist

L’aumento dei dazi e le persistenti tensioni commerciali hanno riacceso timori di inflazione.  Al di là del clamore mediatico, i dati suggeriscono che l’impatto sarà graduale. Verosimilmente la trasmissione ai prezzi al consumo negli Stati Uniti sarà più lenta di quanto previsto inizialmente, con picco dell’inflazione nel 2026 che in larga misura si attenuerà nell’arco di mesi e non di anni. 

Ci vorrebbero fattori strutturali, come un mercato del lavoro surriscaldato in modo perdurante, una politica fiscale persistentemente espansiva o una Federal Reserve eccessivamente accommodante, per alimentare un aumento più persistente dell’inflazione negli Stati Uniti. Nessuno di questi fattori rientra nel nostro scenario di base per i prossimi uno – due anni, anche se restano rischi da monitorare.

Nel frattempo, le risposte strategiche delle imprese, i cambiamenti nei flussi commerciali e il comportamento prudente dei consumatori sono tutti fattori che contribuiscono a ritardare e diluire gli effetti sull’inflazione.

Come le imprese americane stanno evitando l’impennata dei costi e dell’inflazione

La temuta brusca impennata dell’inflazione per effetto dei dazi all’esaurirsi delle scorte accumulate dalle imprese con acquisti anticipati, è improbabile che si verifichi.

Le imprese americane si sono adattate con rapidità ai cambiamenti, dimostrando resilienza nella gestione delle scorte e delle filiere di approvvigionamento.  Dopo l’annuncio di aumenti dei dazi, molte imprese hanno anticipato gli acquisti, rifornendo i magazzini di materiali industriali e beni intermedi. Inoltre, senza clamore ma in modo deciso, hanno cambiato partner commerciali, importando di meno da Paesi con dazi più alti e di più da Paesi con dazi più bassi. Ad esempio, le importazioni di componenti e prodotti elettronici negli Stati Uniti sono rimaste costanti intorno a un valore di 40 miliardi di dollari al mese ma quelle dalla Cina sono diminuite del 59% da gennaio a maggio di quest’anno (passando da 11 miliardi di dollari a 4,5 miliardi di dollari, secondo i dati del Census Bureau degli Stati Uniti) e sostituite in larga misura da quelle da Paesi come Vietnam e Indonesia.

Perché la domanda più debole riduce i margini per le imprese

I consumi degli americani restano piuttosto solidi ma sono scesi a livelli più contenuti nel 2025. Le spese per consumi personali in termini reali nei primi cinque mesi di quest’anno hanno rallentato il passo rispetto al trend del 2024 (elaborazioni Vanguard sulla base di dati del Bureau of Economic Analysis, al 31 maggio 2025). 

In questo momento le imprese verosimilmente hanno minore flessibilità per aumentare i prezzi rispetto al periodo immediatamente dopo il Covid.  Molte imprese stanno scegliendo di assorbire parte dei maggiori costi dei dazi riducendo i propri margini al fine di preservare la domanda ed evitare il calo di consumi osservato in precedenti impennate dell’inflazione.

Questa strategia tuttavia è limitata. Le analisi di Vanguard indicano che le imprese alla fine trasferiranno i maggiori costi dei dazi ai consumatori. Tuttavia questo dovrebbe avvenire nel tempo. 

Traiettoria dell’inflazione: lenta, costante e gestibile

In conclusione, i dazi faranno salire i prezzi negli Stati Uniti ma non di colpo. L’economia americana ha la flessibilità per assorbire queste pressioni se trasferite in modo graduale.

Inoltre, gli aumenti dei dazi americani verosimilmente avranno effetti disinflazionistici per l’Europa. I prezzi più alti per i prodotti europei importati negli Stati Uniti probabilmente ridurranno la domanda di esportazioni europee,  con poco o nessun aumento dei dazi sulle importazioni americane in Europa.

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