Punti salienti

  • Le distribuzioni semestrali avviate dalle grandi banche cinesi hanno sostenuto il dato globale dei dividendi e in parte oscurato gli effetti dei dazi.
  • Escludendo le distribuzioni di società cinesi, la crescita dei dividendi è stata piatta nel 1° trimestre su base annua; il contributo positivo delle distribuzioni di società americane e giapponesi è stato compensato in larga misura dai cali dei dividendi distribuiti da imprese di altri Paesi.
  • I tagli generalizzati ai dividendi nel comparto dei beni di consumo discrezionali potrebbero essere i primi segnali che le imprese si stanno preparando a una ridotta spesa dei consumatori in un contesto economico sfidante.

Frenata dello slancio di crescita dei dividendi a livello globale con le imprese che fanno i conti con l’incertezza delle prospettive

Lo slancio di crescita nelle distribuzioni di dividendi a livello globale, che abbiamo visto svilupparsi nella seconda metà del 2024, è in frenata. Nel primo trimestre 2025, i dividendi distribuiti su scala globale sono cresciuti su base annua a 398 miliardi di dollari, in deciso rallentamento rispetto alla netta crescita del trimestre precedente e con conseguente indebolimento del trend di crescita destagionalizzata. Le distribuzioni di dividendi a livello globale su 12 mesi hanno decelerato all’8,5% su base annua, restando ferme a 2.200 miliardi di dollari, un primo segnale che le preoccupazioni sui dazi e l’incertezza sulle politiche potrebbero avere cominciato a erodere la fiducia delle imprese.

In Cina, il governo si è mosso sul fronte normativo per promuovere trasparenza e valore per gli investitori sul mercato azionario interno. Ne è conseguita una serie di consistenti distribuzioni semestrali fuori dall’ordinario da parte delle maggiori banche cinesi nel primo trimestre. I dividendi distribuiti da ICBC, Bank of China, Agricultural Bank of China e Bank of Communications nell’insieme ammontano a 24,3 miliardi di dollari, un valore pari a quasi la metà dei dividendi annuali dello scorso anno. Questo potrebbe segnalare il probabile avvio di distribuzioni semestrali dei dividendi da parte delle quattro maggiori banche cinesi.

Sino al 2024, le imprese cinesi hanno distribuito i dividendi prevalentemente con cadenza annuale. Andando avanti ci aspettiamo una maggiore frequenza nel corso dell’anno dei dividendi distribuiti delle banche cinesi, il cui esempio potrebbe essere seguito dalle altre imprese del Paese che potrebbero adottare distribuzioni semestrali se non addirittura trimestrali dei dividendi.

Contributo alla crescita delle distribuzioni di dividendi a livello globale

Per regione, 1° trimestre 2025 in confronto al 1° trimestre 2024

il grafico mostra l’enorme contributo delle distribuzioni delle società cinesi al totale dei dividendi globali nel primo trimestre 2025.

La performance passata non è un indicatore affidabile di risultati futuri.

Fonte: FactSet, Vanguard. Dati al 31 marzo 2025 e sulla base dei componenti dell’indice FTSE All-World.

Se non fosse per l’avvio a sorpresa di distribuzioni semestrali di dividendi da parte delle maggiori banche cinesi, il dato dei dividendi distribuiti nel primo trimestre sarebbe di stagnazione.  I contributi positivi dei dividendi distribuiti da imprese americane, soprattutto società finanziarie, tecnologiche e dei beni di consumo essenziali, sono stati largamente controbilanciati da cali di quelli distribuiti da società dell’Asia Pacifico (Giappone escluso), principalmente nel comparto dei materiali di base, e dei mercati emergenti (Cina esclusa) nel settore energetico.

Preoccupano i cali generalizzati dei dividendi distribuiti nel primo trimestre da società del comparto dei beni di consumo discrezionali, soprattutto quelle americane (-5,8 miliardi di dollari su base annua) e cinesi (-2,3 miliardi di dollari su base annua), che potrebbero essere un segnale che i consumatori a livello mondiale stanno sospendendo le spese non essenziali, una pausa che potrebbe mettere sotto pressione ricavi e utili delle imprese, portandole a frenare le distribuzioni di dividendi.

Contributo alla crescita dei dividendi a livello globale

Per settore, 1° trimestre 2025 rispetto al 1° trimestre 2024

il grafico illustra come il contributo positivo dei dividendi di società del comparto finanziario sia stato parzialmente compensato dai cali in quelli distribuiti dalle imprese del settore energetico e dei beni di consumo discrezionali.

La performance passata non è un indicatore affidabile di risultati futuri.

Fonte: FactSet, Vanguard. Dati al 31 marzo 2025 e sulla base dei componenti dell’indice FTSE All-World. Nota: EN = energetico, FN = finanziario, ID = industriale, CD = beni di consumo discrezionali, CS = beni di consumo di base, TE = tecnologico, RE = immobiliare, HC = salute, UT = utilities, TM = telecomunicazioni, BM = materiali di base.

Uno sguardo al futuro

In attesa della prossima distribuzione semestrale di dividendi da parte delle banche cinesi nel terzo trimestre, tutti gli occhi saranno puntati sulle società europee nel secondo trimestre. La prospettiva che queste ultime mettano a segno nuovi record (in dollari americani) nei dividendi distribuiti, nonostante il costante rafforzamento del dollaro degli ultimi anni, appare ancora più difficile nel 2025 con le preoccupazioni per i dazi che incombono sull’Europa orientata alle esportazioni.

I motivi per investire in titoli che distribuiscono dividendi

I dividendi restano un driver intrinseco dei rendimenti azionari a lungo termine. Dal 1993, l’indice FTSE All-World è cresciuto di quasi il 1.150%, di cui 586 punti percentuali attribuibili all’effetto della capitalizzazione dei dividendi reinvestiti1. Questo trend verosimilmente acquisirà ulteriore importanza, specialmente se la componente di prezzo che riflette la crescita sarà minata in un contesto di mercato caratterizzato da accresciuta incertezza e rischi di stagflazione.

 

La performance passata non è un indicatore affidabile di risultati futuri. Fonte: FactSet, Vanguard. Dati dal 31 dicembre 1993 al 31 marzo 2025. Calcoli basati sul rendimento complessivo lordo e sul rendimento di prezzo in valuta locale per il periodo storico più lungo disponibile.

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